Tra 1988 e 1996 il colle della Rocca è stato interessato da importanti scavi svolti dalla Società Archeologica Veneta di Padova sotto la direzione del professor Gian Pietro Brogiolo. Le indagini hanno fatto emergere, tra l’altro, le prime fortificazioni del monte, che risalgono all’epoca della dominazione bizantina e della successiva occupazione longobarda (tra V e VII secolo d. C.).
Monselice conquistata da Agilulfo. Una pagina non trascurabile della secolare storia di Monselice è stata dunque scritta da questa popolazione germanica. A partire dai primi secoli dopo Cristo i Longobardi furono protagonisti di un importante fenomeno migratorio, entrando in contatto con il mondo bizantino e giungendo nella nostra penisola nel corso del 500. A parlarci di loro è lo storico Paolo Diacono, vissuto nel 700, nella sua Historia Longobardorum. Nel 568 re Alboino si era assicurato il controllo di Vicenza, Verona e delle altre città della regione, escluse Padova, Mantova e Monselice. Trascorsi alcuni decenni re Agilulfo, impegnato nella conquista della valle del Po, lanciò allora una decisa offensiva nei confronti dei centri rimasti in mano alle forze bizantine. Tra cui c’era, appunto, Monselice, citato come castrum: un sito che era cioè strategico sul piano militare e che tale sarebbe rimasto fino al XV secolo. Paolo Diacono racconta che nel 601-602 i Longobardi presero Padova, fino a quel momento capace di opporre un’orgogliosa resistenza, la incendiarono e la rasero al suolo. Successivamente, non sappiamo con quali modalità, occuparono il castrum Montis Silicis.
Non è stato possibile dimostrare che Monselice corrispondesse in età antica a un villaggio o a un abitato di una certa rilevanza, ma il territorio dell’attuale comune si trovava sicuramente in un’area che in epoca romana era ben frequentata e apparteneva all’agro atestino. Sulla base delle informazioni arrivate fino a noi, i Bizantini avevano innalzato da zero il castrum monselicense, oppure lo avevano solamente rafforzato dopo le dure campagne militari condotte contro gli Ostrogoti e le terribili incursioni dei Franchi del VI secolo. La fortezza, posta sulla sommità del colle della Rocca, era probabilmente formata da una cinta muraria dotata di torri e comprendeva edifici con funzione anche residenziale. Nel periodo della dominazione longobarda Monselice vedrà aumentare la sua importanza quale centro amministrativo e militare.
All’alba del VII secolo Agilulfo aveva sferrato l’attacco per liberarsi di un’insidiosa spina nel fianco. I Bizantini infatti, tramite le vie fluviali, potevano spedire qui rifornimenti e soldati da Ravenna, dando vita a una pericolosa controffensiva nel cuore del Veneto. Una volta preso dai Longobardi, l’avamposto di Monselice fu oggetto di interventi di potenziamento, necessari alla luce della sua posizione di baluardo ai confini del regno e in prossimità del Polesine, che invece era rimasto in mano nemica. Dopo i successi ottenuti da Agilulfo, il quadro politico e militare della regione si mantenne teso. I Bizantini riorganizzarono le difese dei propri territori con nuove fortificazioni: quelle di Ferrara, Samoggia e Argenta. I Longobardi si espansero ancora ma a nord, strappando Concordia, Altino e Oderzo.
Almeno con re Desiderio, ultimo sovrano di questo popolo (sconfitto definitivamente dai Franchi di Carlo Magno nel 774), Monselice ospitò una corte regia da cui dipendevano numerosi poderi della Bassa Padovana e dell’area euganea. Le fonti sono scarse, ma sembra che dal 600 al 1000 proprio Monselice abbia svolto la funzione di capoluogo di una circoscrizione retta da un funzionario scelto dall’autorità pubblica. In virtù delle sue caratteristiche, doveva apparire a molti come una piccola città. Non a caso più avanti, tra 1000 e 1300, raggiungerà i cinquemila abitanti, per conservare anche nei secoli successivi un rilevante ruolo strategico sul territorio.
Le informazioni qui riportate in forma sintetica sono tratte principalmente da L’Antiquarium Longobardo di Simonetta Bonomi, Monselice Medioevale e le sue difese. La città murata, il Castello, la Rocca di Sante Bortolami e La Rocca da “luogo forte” a “luogo ideale” di Massimiliano D’Ambra, contributi presenti nel volume a cura di Aldo Businaro Monselice: la Rocca, il Castello – Dalla Fondazione Giorgio Cini alla Regione del Veneto (Biblos 2003). Abbiamo inoltre consultato Monselice nell’Alto Medioevo di Aldo A. Settia e Ricerche archeologiche su Monselice bizantina e longobarda di Gian Pietro Brogiolo, testi ospitati in Monselice: storia, cultura e arte di un centro “minore” del Veneto a cura di Antonio Rigon (Comune di Monselice, Canova, 1994).
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