Documenti monselicensi nell’archivio di Stato Padova *

* Tratto dal libro ‘Monselice nei secoli’ di Antonio Rigon da un saggio di Francesca Fantini D’Onofrio

L’Archivio di Stato di Padova, per istituzione, conserva la documentazione prodotta dagli archivi governativi territoriali padovani a partire dal Medioevo, con alcune testimonianze che risalgono ai secoli X e XI. Dal Duecento le fonti custodite iniziano ad essere numericamente rilevanti. I documenti più vetusti provengono dagli archivi degli Enti Ecclesiastici, che confluirono nel patrimonio demaniale dopo l’attuazione delle leggi di soppressione, che colpirono i monasteri e le corporazioni padovane dalla
Il governo napoleonico soppresse tutti i restanti monasteri della città e del territorio insieme alle confraternite dette scuole o, nel dialetto veneto, fraglie. Negli uffici demaniali confluirono gli archivi monselicensi del Capitolo e della Collegiata dell’antica pieve di Santa Giustina (secc. XV- 1809), dei monasteri femminili di Sant’Anna, francescane, e del Santissimo Rosario, domenicane, insieme a quelli delle Confraternite della Buona Morte, di Santa Caterina, del Santissimo Rosario, dell’Immacolata Concezione, delle Cinque Piaghe, del Santissimo nome di Gesù.
Il Capitolo e della Collegiata di Monselice abbraccia un arco temporale che va dal sec. XI all’anno 1810. In coda al fondo sono
conservati i documenti membranacei. Le quarantuno pergamene
più antiche sono in pessimo stato di conservazione. La prima è
il contratto di vendita di un terreno posto a Monselice dell’anno 10853
. Seguono in altre tre buste numerose pergamene dei
secoli XIII-XIV. Tra di esse vi è il frammento del privilegio pontificio in cui si narra che l’11 ottobre del 1256, a Padova, nella
Camera vescovile, Simone, canonico e archipresbitero della chiesa di Santa Giustina di Monselice, al cospetto del vescovo Giovanni, nel notificare l’avvenuta distruzione della chiesa di Santa Giustina ad opera dell’imperatore Federico II, ne richiedeva il trasferimento nel luogo di San Martino Nuovo di Monselice. Il pontefice Alessandro IV accoglie la richiesta e autorizza
il trasferimento della chiesa. Dispone inoltre che in essa fossero eretti tre altari, di cui il maggiore dedicato alla beata Giustina, gli altri due a San Martino confessore e a Sant’Andrea apostolo. Il privilegio fu emanato dal Laterano il 6 febbraio 12574
.
Fonti monselicensi sono presenti nella quasi totalità degli
archivi dgli enti ecclesiastici della città di Padova e del suo ter

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