Fonti per la storia della terraferma veneta, Monselice

Introduzione

La Regione Veneto ha finanziato la pubblicazione di molti documenti medievali nella collana Fonti per la storia della terraferma veneta. Tre volumi riguardano documenti monselicensi


Il catastico di S. Giustina di Monselice detto di Ezzelino / a cura di Luigi Caberlin ; introduzione di Gérard Rippe ; presentazione della collana Giorgio Cracco. Padova : Antenore, 1988.- Fonti per la storia della terraferma veneta ; 1

IL ‘CATASTICO DI EZZELINO’ E LA STORIA DEL VENETO MEDIOEVALE

Con la denominazione di ‘Catastico di Ezzelino’ si usa designare da un paio di secoli una fonte di grande importanza per la storia veneta, alquanto rara e di difficile classificazione.’ Se il riferimento al celebre ‘tiranno’ della Marca Trevigiana ha un suo plausibile, anche se non decisivo, fondamento per i continui ed espliciti rinvii che a lui si fanno nel documento e per l’epoca in cui esso fu redatto, cioè la metà del XIII secolo, l’espressione ‘catastico’ usata nel Veneto fin dal medioevo a indicare un libro contenente la descrizione ordinata dei beni e delle entrate di un ente religioso, si può solo ipotizzare che appartenesse all’originaria intitolazione del nostro codice, giacché esso è giunto a noi acefalo.

Come si è recentemente osservato, esso è un « grosso registro » che assieme al « nome del proprietario, la superficie, i confinanti, il nome del coltivatore », dà la « descrizione di tutti gli appezzamenti soggetti a decima compresi nella circoscrizione » pievana di Santa di Giustina di Monselice in un momento in cui « la decima, da corresponsione obbligatoria legata ai sacramenti », imposta in Italia per disposizione dell’autorità pubblica a partire dall’età carolingia, era « divenuta di fatto una tassa reale gravante sulla terra ».’ Unita a questa parte piú sostanziosa e originale, ne troviamo un’altra assai piú ridotta e usuale, consistente in un inventario dei beni immobili di cui la stessa chiesa era proprietaria in loco, coi connessi redditi e servizi.

Se dal punto di vista dell’ arciprete che lo fece redigere il ‘Catastico’ serviva complessivamente a documentare le entrate su cui egli e l’intero capitolo di Monselice potevano contare, in realtà proprio la distinta natura degli introiti cui s’è accennato obbliga noi a una precisazione importante. Sarebbe oltremodo riduttivo annoverare genericamente la nostra fonte fra gli innumerevoli esemplari di ‘libri fondiari’ (polittici, terratici, urbari o, alla latina, libri, capitula, brevia, descriptiones, carte) elencanti i possessi terrieri e gli svariati censi e redditi spettanti a tale o talatra chiesa locale dell’Europa medioevale.’ Il `Catastico di Ezzelino’ è in certa misura anche questo; ma in piú e soprattutto, esso è un inventario redatto a fini di imposizione (sia pure per una tassa speciale come la decima) che interessa, in linea di principio almeno, tutte le terre normalmente produttive e tutti i proprietari posti entro i confini di un determinato territorio e ad esclusiva ragione di questa loro posizione ‘circoscrizionale’.


Il liber iurium del Comune di Monselice, secoli XII-XIV / a cura di Sante Bortolami e Luigi Caberlin ; con un saggio introduttivo di Sante Bortolami e una nota di Attilio Bartoli Langeli . Roma : Viella, 2005
Fonti per la storia della terraferma veneta. – Viella ; 21

Il 12 dicembre 1308 il podestà uscente di Monselice, Antonio da Lio, consegnava ufficialmente al cancelliere del comune una notevole quantità di libri, dei quali ci ha trasmesso un dettagliato elenco uno dei notai presenti. Si trattava di unità librarie diverse per consistenza e materie, che in tutto raggiungevano la ragguardevole cifra di 103.

Si possono fare due considerazioni a questo proposito. Innanzitutto che solo una realtà istituzionale di peso poteva disporre, in avanzata età comunale, di una tale mole di scritture di cancelleria; e infatti Monselice, anche se non rientra tra quelle che una consolidata tradizione storiografica ha battezzato “città-stato”, fu indubbiamente una “quasi-città” di notevole spicco.

L’altra considerazione è che di questo materiale poco o nulla è sopravvissuto. A inizio Cinquecento, nel corso della guerra di Cambrai, l’archivio monselicense andò in fiamme e la scoperta dell’inventario lascia il rammarico di non poter attingere a una fonte che avrebbe fornito preziose conoscenze su tematiche quali l’ordinamento burocratico, le tecniche amministrative, le risorse finanziarie, la prassi giudiziaria. Una fonte, insomma, che avrebbe dato l’opportunità di approssimarci meglio a quella «storia sociale delle istituzioni» comunitarie che oggi è nei voti di tanti medievisti.

Tuttavia qualcosa rimane di quel ricco tesoro manoscritto, ed è la fonte che qui si pubblica: il codice di 174 folii conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia con la segnatura “Secreta – Pacta Monselice”, 319. Un opus composito che accorpa per grandi sezioni originali e copie di atti redatti a partire dal 1157 fino al 1308, quando, come detto, si operò la formale consegna dell’archivio della comunità al cancelliere preposto.


Le carte monselicensi del monastero di S. Zaccaria di Venezia : 1183-1256 / a cura di Gionata Tasini
Roma, Viella, 2009
Fonti per la storia della terraferma veneta ; 25

La collana «Fonti per la storia della Terraferma veneta» si arricchisce di un nuovo volume, dedicato a Monselice. Il terzo dopo il Catastico di S. Giustina di Monselice detto di Ezzelino, che aveva aperto la collana nel 1988, e Il «Liber iurium» del comune di Monselice (secoli XII-XIV) del 2005.

La ricchezza delle fonti documentarie medievali della cittadina rispecchia in modo esemplare la complessa storia della regione intera. Una delle nozioni chiave per “leggere” il Veneto medievale e moderno è infatti quella di “policentrismo”, non solo a livello di capoluoghi di provincia. Infatti, ciascuno dei centri minori del territorio padovano, trevigiano, vicentino, rodigino e in misura minore anche del veronese, ha una sua personalità, una sua fisionomia che non può essere appiattita, e che nasce da una storia nella quale agiscono diverse forze economiche e socio-politiche.

Se le precedenti ricerche dedicate a Monselice in questa collana illustravano il cruciale momento della dominazione di Ezzelino da Romano e la forza del comune di Monselice in dialettica con Padova, è ora la volta di una terza decisiva componente: la presenza di Venezia, qui rappresentata dall’importante monastero femminile di San Zaccaria. Nel radicamento fondiario dei monasteri della città lagunare, nel paziente accumulare campi, vigne, boschi, nella cura della gestione agraria, stanno le premesse medievali di quelle trasformazioni economiche e ambientali che segneranno indelebilmente, nei secoli successivi, il paesaggio veneto.

VEDI ANCHE

Altre pergamene sulla chiesa di Santa Giustina di Monselice nel  Catastico verde del monastero di S. Giustina di Padova / a cura di Lorenzo Casazza ; saggi introduttivi di Lorenzo Casazza, Francesco G. B. Trolese


© 2024 a cura di Flaviano Rossetto

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