Gli scavi archeologici alla Rocca di Monselice (Padova) svolti dal team di ricerca dell’Università di Padova dal 2021 sono finanziati dalla Regione Veneto e da Veneto Edifici Monumentali. Sono condotti in regime di concessione da parte del Ministero di Cultura (Decreto del Direttore Generale rep. n. 484 del 27.04.2023). Le ricerche del 2024 si sono concentrate nell’area sommitale della Rocca, sulla chiesa di Santa Giustina e il suo cimitero, entrambi con almeno due fasi di uso databili tra il VI-VII secolo e il Duecento. A nord del pianoro invece è stato scavato un grande edificio residenziale di XI-XII secolo a pianta rettangolare e dotato di una torre. A mezzacosta un saggio esplorativo indaga la presenza di quella che nelle fonti compare come la chiesa di Santa Maria di Medio monte e nell’iconografia è rappresentata come un recinto fortificato. In passato gli scavi quindi hanno portato alla luce le fondazioni di almeno due chiese , tra cui una di grandi proporzioni con una cripta databile almeno all’XI secolo, pavimento musivo e ampia area funeraria. La campagna d’indagine in corso nel 2024 da parte dell’Università di Padova, diretta dalla professoressa Alexandra Chavarria, sta continuando ad indagare l’area funeraria, con tombe monumentali sicuramente disposte sull’altura in modo da essere visibili da molto lontano nella pianura circostante. Vengono inoltre scavate altre strutture per capire le varie fasi del luogo strategico, almeno dai Longobardi in poi (ma forse anche prima). Molti dati serviranno per comprendere la storia di questo punto vitale per il controllo di un vasto territorio tra fine dell’antichità e medioevo inoltrato. |
UN PO’ DI STORIA DELLE INVASIONI DEI BARBARI NEL VENETO Premesso che gli studiosi non hanno trovato tracce di presenza di fortificazioni romane, a partire dal V secolo le incursioni nell’Italia settentrionale si fecero ripetute e più devastanti, prima con gli Unni di Attila nel 452, che costrinsero i veneti a rifugiarsi nelle isole vicino a Venezia. Poi vennero gli Eruli di Odoacre, che nel 476 posero fine all’Impero romano d’Occidente. Infine gli Ostrogoti di Teodorico, che il 30 settembre 489 vinsero Odoacre nella battaglia di Verona e assediandolo poi in Ravenna fino al 492, quando stabilirono infine il loro regno sull’Italia. Bizantini e Longobardi La dominazione gota terminò brutalmente a metà del VI secolo a seguito dell’invasione delle armate bizantine guidate dal generale Belisario. Nel 568 d.C., furono i Longobardi – descritti da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum -, a occupare buona parte dell’Italia settentrionale. Verona, indifesa, venne occupata ed eletta a capitale sino al 571. In Veneto, a seguito dell’invasione, venne a crearsi una netta separazione tra la zona continentale, sotto il dominio longobardo, e quella costiera, ancora dipendente dall’Impero bizantino. Le terre venete appartenenti al nuovo regno longobardo vennero divise tra i ducati, di Vicenza, Verona e Ceneda, appartenenti all’Austria. La zona bizantina venne invece dapprima unita nel 580 ai superstiti territori settentrionali nel costituire l’eparchia Annonaria, per essere poi resa nel 584 provincia autonoma dipendente dall’Esarcato d’Italia col nome di Venezia marittima (o Venetikà). A definire la separazione anche formale fra i due mondi (seppur una forte osmosi continuò sempre ad esistere) occorse la definizione dei confini (terminatio) fra il Ducatus Venetiarum e il Regnum Langobardorum, siglato dal re Liutprando e dal primo doge Paoluccio Anafesto. Contemporaneamente, col declinare del controllo bizantino sull’Italia, il territorio lagunare assunse caratteri sempre maggiori di indipendenza dal potere centrale, fino a che, con la conquista longobarda di Ravenna nel 751, la dipendenza politica da Bisanzio divenne poco più che formale. Conquista Carolingia Alla fine dell’VIII secolo il regno longobardo venne travolto dai Franchi di Carlo Magno, che nel 774 posero fine in Verona all’ultima resistenza longobarda. Incoronato Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell’800, il neo-costituito Regnum Italicum venne affidato al figlio Pipino. I problemi dinastici in seno all’impero franco ne indebolirono il controllo sull’Italia settentrionale, lasciando libero campo alle terribili aggressioni degli Ungari, che nell’899 saccheggiarono Treviso, Padova e Vicenza e nel 900 giunsero a minacciare le lagune, venendone però respinti. Dal XII al XIII secolo – Comuni, Signorie e ascesa del Ducato di Venezia A partire dai primi decenni dopo l’anno 1000, si assistette in tutto il Veneto ad un decollo economico e ad una ripresa della vita sociale nelle città principali, che iniziarono ad esercitare un controllo egemonico sul loro contado. A partire dall’XI secolo, poi, Venezia iniziò la sua espansione marittima nell’Adriatico, del quale prese a configurarsi come potenza egemone, e ad accrescere enormemente i propri privilegi e commerci in Oriente. Padova prende il controllo di Monselice. |
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